Armillaria Mellea: come combattere il marciume radicale fibroso

Pubblicato il: 21/12/2024 09:30:15
Categorie: Actinidia (Kiwi) , Agrumi , Cronologia , Drupacee , Hobby e approfondimenti , Olivo , Ornamentali , Vite

Indice

Come si manifesta l’Armillaria Mellea?

Strategie per prevenire e combattere l’Armillaria

Uso di funghi antagonisti

Armillaria Mellea.

L'Armillaria Mellea, conosciuta anche come fungo chiodino, è un patogeno estremamente pericoloso per numerose piante coltivate e ornamentali. Questo fungo, noto per la sua capacità di infettare radici, colletto e tronchi, è responsabile del marciume radicale fibroso su colture come pesco, albicocco, agrumi, olivo, vite, kiwi e molte altre. La sua presenza può compromettere seriamente interi impianti, causando la morte precoce delle piante.

 

Come si manifesta l’Armillaria Mellea?

L'Armillaria si diffonde attraverso rizomorfe (strutture miceliali simili a cordoni di colore scuro) e cordoni miceliari biancastri. Questi sono attratti dagli essudati radicali delle piante sane, causando un'infestazione che si sviluppa con un tipico andamento a macchia d'olio.

Sintomi sulle piante:

  • Foglie deperite: ingiallimento e successiva caduta (filloptosi).

  • Disseccamento di rami o dell’intera pianta.

  • Presenza di fruttificazioni fungine (cappello e gambo del fungo) alla base della pianta o nelle vicinanze.

  • Imbrunimento e marciume delle radici.

 

Strategie per prevenire e combattere l’Armillaria

Nonostante non esistano mezzi chimici diretti, è possibile affrontare il problema con una strategia integrata basata su pratiche agronomiche e prodotti biologici.

1. Rimozione delle fonti di infezione

  • Elimina tutte le radici e i residui legnosi infetti. Il fungo può persistere nel legno morto, rendendo fondamentale una pulizia accurata del terreno.

  • Evita lavorazioni del suolo che potrebbero diffondere il fungo attraverso gli attrezzi agricoli (aratro, fresatrice, erpici).

2. Miglioramento della fertilità del suolo

 

3.Uso di funghi antagonisti

Un approccio biologico molto efficace è l’impiego di Trichoderma harzianum e Trichoderma viride, disponibili in formulati specifici. Questi funghi antagonisti competono con l’Armillaria per lo spazio e le risorse, limitandone la diffusione.

Modalità di applicazione:

  • Sciogliere il prodotto in acqua, preferibilmente in miscela con un concime organico come Carbogen L, e distribuire al suolo tramite fertirrigazione.

  • Dose consigliata: 25 g/pianta per trattamenti localizzati in buca, oppure 1 lt disciolto nel contenitore da preparare prima dell'impiego

4. Micorrizazione del suolo

I formulati Micosat contengono consorzi di funghi e batteri in equilibrio tra loro, progettati per colmare eventuali "vuoti biologici" nella rizosfera senza disturbare l'equilibrio naturale del suolo.

5. Solarizzazione del terreno

Copri il terreno con teli di plastica trasparente durante i mesi estivi. Questo metodo sfrutta le alte temperature per ridurre la carica di inoculo del fungo nel suolo.

6. Rotazione colturale

Se possibile, evita la coltivazione di drupacee e pomacee per alcuni anni, sostituendole con colture meno suscettibili, come gli ortaggi.

Prevenzione a lungo termine

Per ridurre il rischio di reinfezione, segui queste buone pratiche agronomiche:


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L’Armillaria Mellea rappresenta una sfida importante per gli agricoltori, ma con una gestione integrata è possibile limitare i danni e ripristinare la produttività del terreno. La combinazione di pratiche agronomiche preventive, l’utilizzo di funghi antagonisti come il Trichoderma e l’adozione di ammendanti organici possono fare la differenza.

Per ulteriori consigli sui prodotti o sulle tecniche agronomiche, visita il nostro sito o contattaci direttamente. Siamo qui per aiutarti a proteggere il tuo impianto!

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Nota dell'autore

L'equilibrio è fondamentale e si rispetta con bilanciate concimazioni, bilanciate potature, adeguate lavorazioni e corretta gestione dell’acqua.

Non ci sono regole o misure standard e universali, poiché ogni terreno, come ogni coltura, ha le sue necessità.

In linea generale, la terra deve essere tenuta umida oltre la capacità di campo; la parte di terreno esplorata dalle radici deve essere umida ma anche ossigenata, perché un eccesso di acqua riduce la circolazione dell’ossigeno e manda in sofferenza la pianta che diventa poi vulnerabile all’aggressione di funghi e batteri dannosi, tra qui l’armillaria.

Ribadiamo che una pianta sana è in grado di difendersi dall’aggressione di parassiti sia fungini che animali. 

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