Cos'è il Mal secco degli agrumi?

Pubblicato il: 06/06/2024 10:22:57
Categorie: Agrumi , Cronologia

Il Mal Secco è tra le più pericolose malattie fungine che possono colpire le nostre piante o i nostri campi d’agrumi. Il limone è certamente la pianta che subisce i maggiori danni: per questo associamo spesso questa malattia al limone, definendola mal secco del limone. Tuttavia, anche altre specie, come ad esempio il cedro, la limetta o l’arancio amaro vengono colpite da Mal secco. Nel corso di questo articolo, vi aiuteremo a riconoscere i sintomi di questa specifica malattia, cercando di fornirvi consigli per limitarne l’insorgenza.

Come riconoscere il Mal Secco?

Il Mal secco è una malattia dovuta al fungo Phoma Tracheiphila ed i suoi sintomi si evidenziano maggiormente verso la fine del periodo invernale e in primavera. Il decorso del Mal secco degli agrumi può essere:

  • lento, quando colpisce la chioma;
  • rapido, quando colpisce la radice (mal fulminante)

Nella parte aerea, l’infezione si manifesta con un ingiallimento delle foglie, a partire dalla parte apicale e con la loro successiva caduta. Successivamente, si potrà osservare disseccamento dei rami a partire da quelli più giovani, con andamento basipeto.

La sezione dei rami colpiti mostrerà una caratteristica colorazione giallo-aranciata, poi rossastra, che con il tempo diventerà nerastra. Quest' alterazione cromatica è dovuta alla reazione della pianta per l’invasione dei vasi legnosi e alla produzione di metaboliti da parte del patogeno. Le piante colpite reagiscono producendo nuove foglie, tuttavia sopravvivono solo per alcuni anni. L’ infezione delle radici, invece, comporta un rapido avvizzimento e disseccamento di tutta la chioma, con andamento acropeto. La malattia, in questo caso, porta a morte la pianta in pochi giorni (mal fulminante).

Ciclo biologico ed epidemiolgia

Il Mal secco viene diffuso da diversi elementi di moltiplicazione agamica che si differenziano sulla corteccia degli organi infetti. La differenziazione è favorita da umidità elevata e da temperature di 14-25°C. Queste condizioni ambientali si verificano, negli ambienti di coltivazione, nel tardo autunno ed in inverno. Gli elementi infettanti sono principalmente trasportati dal vento ed, una volta arrivati sull'ospite, determinano l’infezione primaria.

L’infezione primaria si verifica tra ottobre-novembre e prosegue fino a gennaio-febbraio. La pianta, che in questo periodo svolge un’attività ridotta, non oppone che una minima resistenza all’infezione ed è inoltre più suscettibile a causa di:

  • maggior presenza di lesioni radicali, dovute alle lavorazioni profonde che si effettuano nel periodo autunno-vernino
  • presenza di lesioni all’apparato aereo, per danni da freddo o per altre avversità meteoriche (lesioni da grandine e vento);
  • eventuale crisi da trapianto.

ll patogeno all’interno dell’ospite si localizza nei vasi del legno (tracheomicosi). L’infezione all’interno della pianta si propaga ulteriormente mediante particolari elementi di moltiplicazione agamica del micelio, detti “talloconidi” che vengono diffusi con la corrente linfatica.

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Come curare il Mal Secco degli agrumi?

Ad oggi non esiste uno specifico prodotto in grado di combattere il Mal Secco. Non ci permetteremo, perciò, di proporre prodotti o consigliarvi strategie da cui né voi né la vostra coltura, attraverso una più proficua produzione, possiate trarre vantaggio.

Quello che però ci concediamo di dire è che esistono delle pratiche agronomiche  e degli specifici interventi mirati che, se messi in atto nel giusto modo, possono limitare l’insorgenza del mal secco degli agrumi.

Interventi di concimazione & fertirrigazione

Il primo suggerimento che sentiamo di dare è quello di procedere con un'attività di fertilizzazione fogliare, attraverso l'utilizzo di:

Ne consigliamo la somministrazione nel periodo autunnale e nel periodo primaverile. Potrete concimare fino ad un massimo di 4-5 trattamenti all’anno, alla dose di 1,5kg/ha. Welgro Cu-Zn contiene al proprio interno il 30% di Zinco, elemento in grado di attivare delle molecole segnale che aumentano le difese della pianta, garantendo una conseguente azione auxino-simile. La percentuale rameica, di cui si compone, poi, interviene del processo di sintesi della clorofilla, oltre che nei processi di ossido-riduzione

Al cambio di stagione e, più precisamente, nel mese di Marzo, il nostro suggerimento è quello di procedere in fertirrigazione con:

Remedier verrà utilizzato per garantire protezione profonda: a base di T. Asperellum e T. Gamsii, colonizzando la porzione di terreno immediatamente circostante all’apparato radicale, sottrae spazio vitale altrimenti utile alla proliferazione di funghi patogeni. Ci teniamo a precisare che questo prodotto raggiunge i suoi migliori risultati fintanto che il terreno raggiunge una temperatura superiore ai 10°C.

Durante tutta la stagione, invece, vi suggeriamo di intervenire in fertirrigazione a con:

Active plus, somministrato nel corso dell'intera stagione, servirà a fornire un costante sostegno esterno: inoculo di funghi micorrizici in grado di contrastare la proliferazione di organismi saprofaghi presenti nei terreni asfittici e/o poco drenanti

In Autunno, consigliamo di ripetere l'intervento, seguendo lo stesso dosaggio suggerito in precedenza, a base di:

FASE DI RIPRESA VEGETATIVA

In questa fase, consigliamo di impiegare in fertirrigazione:

  • Dentamet (dosaggio: 10l/ha). Prima applicazione a ripresa vegetativa e seconda applicazione a distanza di 10-15 giorni.

Si tratta di un fertilizzante a base di rame e zinco complessati da una struttura ciclica brevettata a basso peso molecolare, che permette alla pianta una migliore assimilazione di questi due elementi. Grazie alla sua specifica struttura ciclica, Dentamet permette di stimola la formazione di sostanze naturali di difesa contro le avversità ambientali, garantendo in questo modo una maggiore resistenza agli stess abiotici. Inoltre, grazie al suo basso valore di pH, Dentamet acidifica la zona esplorata dalle radici e permette di smobilizzare gli elementi di natura poco mobili, come ad esempio il fosforo.

NOTANei casi più difficili ed estremi, intervenire con Dentamet prima dell' intervento a base di micorrize e triocoderma (Active Plus e Remedier).

FASE DI CAMBIO (Primavera/Autunno)

Ottimizzando la circolazione linfatica, Vitaseve consente alla pianta di reagire con una forte propensione vegetativa, successiva al suo utilizzo. Le piante, perciò, saranno in grado di traslocare in maniera più efficiente gli elementi nutrizionali verso tutti i loro organi. Il nostro consiglio è quelli di procedere con 2 interventi, tanto in primavera quanto in autunno, a distanza di 7 giorni l'uno dall'altro.

Soluzioni per hobbisty

Se nel vostro giardino o sulle piante dei vostri limoni avete notato presenza di Mal secco, allora potrete seguire le buone pratiche agronomiche fin'ora consigliate e procedere con i seguenti interventi:

  • una concimazione per via fogliare con  Welgro Cu+Zn (dosaggio: 15g/10l)

Da Marzo in poi, intervenire con:

  • Active Plus (dosaggio:200-400mll/1000mq)

Successivamente, applicare:

Tricor-R, inoculo di funghi micorrizici contenente tricoderma garantisce un duplice effetto: da un lato, protegge l'apparato radicale dall'attacco di patogeni, sottraendo loro spazio e nutrimento. Dall'altro, le micorrize evidenziano un'eccellente capacità di rendere disponibili per la pianta gli elementi nutritivi

Le buone pratiche della potatura

Anche le operazioni di potatura sono pratiche agronomiche che vi consigliamo di effettuare, ecco come. Assicuratevi di praticare il taglio ad una distanza di almeno 30 cm dalla parte secca, avendo premura di disinfettare gli attrezzi. Questi ultimi, infatti, sono i primi veicoli di trasmissione di patogeni e batteri da una pianta all'altra. 

Abbiamo scritto un articolo dove raccontiamo e descriviamo le buone pratiche da effettuare durante la potatura.

La giusta irrigazione

Fra le pratiche agronomiche utili, la corretta gestione idrica assume un ruolo di rilievo. Cercheremo di spiegare perché una corretta irrigazione assume un ruolo rilevante introducendo il concetto di “capacità di campo”.

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La capacità di campo (fig.2) ci indica il contenuto di acqua nel terreno in condizioni ottimali per ciò che riguarda il rapporto tra acqua ed aria nel terreno. Come sappiamo, quando i micro-pori sono totalmente pieni, il terreno si ritrova nella capacità di campo e l’acqua è in grado di essere disponibile e, conseguentemente, ceduta alle piante. Al contrario, se i valori di umidità sono superiori rispetto alla capacità di campo, le piante correrebbero il rischio di andare in asfissia radicale, a causa della scarsa areazione dovuta all'eccesso idrico prolungato (fig.1). In ultimo, il punto di avvizzimento permanete (fig. 3) indica la quantità di acqua trattenuta dalle particelle terrose con una forza tale da non poter essere assorbita dalle radici.

Rispetto a quanto ci siamo già detti, è importante sottolineare che la capacità di campo non è un valore statico, bensì una variabile che dipende unicamente dalle caratteristiche del terreno, nonché della sua porosità. Ovviamente, è molto difficile parlare di “giusta quantità d’acqua”, dipendendo il corretto apporto da vari fattori come:

  • la temperatura
  • la presenza di vento
  • la natura stessa del terreno (un terreno argilloso, ad esempio, avrà bisogno di un apporto idrico minore rispetto ad un terreno a medio impasto)

Considerando quanto ci siamo detti fin qui e tenendo ben presente che una pianta stressata è una pianta più soggetta a malattie e, soprattutto, all'attacco di funghi, come il Phoma tracheiphila, noi riteniamo che le sonde possano essere uno fra i pochi strumenti realmente utili, validi e tecnicamente adatti ad assicurare giusto movimento di acqua nel terreno.

La misurazione a diverse profondità del grado di umidità e temperatura del terreno nelle diverse ore della giornata sarà utile a permettervi di sapere quando, come e quanto irrigare.

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