Micorrize: come e quando quando usarle in agricoltura

Pubblicato il: 15/02/2024 12:07:57
Categorie: Cronologia

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Le micorrize sono dei funghi simbiotici altamente benefici per le piante. Gli studi sui benefici dei funghi micorrizici hanno avuto inizio dal 1800 e fanno capo al botanico italiano Giuseppe Gibelli, che scoprì le micorrize nel 1982.

La micorriza si aggancia alle radici ed è naturalmente presente nel terreno (si stima che il 90% delle piante presenti in natura sia micorrizato, ma non nella stessa percentuale)

Indice

Cosa si intende per micorrize?

A cosa servono le micorrize?

Come e quando utilizzare le micorrize?

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Cosa si intende per micorrize?

Quando parliamo di micorrize, ci riferiamo a funghi naturalmente presenti nel terreno e che vivono in simbiosi con le piante in un rapporto che viene definito di simbiosi mutualistico.

Ma cosa vuol dire?

In questo tipo di rapporto, sia il fungo che la pianta traggono reciproco vantaggio l'uno dall'altro:

  • il fungo riceve alimentazione dalla pianta
  • la pianta ottimizza le proprie capacità di assorbire nutrienti

Partiamo col dire che in natura esistono due diverse tipologie di funghi micorrizici:

  • ectomicorriza, non in grado di interagire con la cellula della pianta
  • endomicorrize: si tratta delle micorrize più funzionali che, penetrando direttamente all'interno della cellula della pianta ospite, si avvalgono della struttura ifale per lo scambio dei nutrienti

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A cosa servono le micorrize?

Le endomicorrize massimizzano il rapporto benefico e di simbiosi con le piante alle quali si attaccano. Questi funghi creano le loro radici, dalle quali nascono le linfe,  espandendosi dai peli radicali della pianta.

Inoltre, depositano delle vescicole che sono dei piccoli magazzini che la pianta userà nei momenti di eventuale stress. Queste vescicole contengono acqua e micronutrienti.

Micorrizazione controllata: i vantaggi per l'agricoltura

micorrize

La micorrizazione controllata, quella cioè non standard e naturalmente presente nei terreni, consente alla pianta di espandere tutta la rizosfera esplorabile fino alle 600/800 volte. 

In cosa si traduce tutto questo e, soprattutto, qual é la differenza tra una pianta micorrizata e una non micorrizata?

Grazie all'espansione della massa radicale, la superficie esplorata dalla pianta viene notevolmente aumentata e questo comporta:

  • una salute della pianta ottimizzata e aumento della vigoria
  • la capacità di assorbimento notevolmente migliorata
  • la capacità di liberare dei nutrienti presenti nel suolo e poi lasciarli assorbire alla pianta molto maggiore rispetto a quella della pianta non micorrizata.
La dimensione della ifa, che si calcola essere un venticinquesimo di un capello, già ci fa capire quanto in più riesce a penetrare nel terreno.
Un ultimo vantaggio è quello della gestione dell'acqua.
Se le piante micorrizate dovessero entrare i fase di stress, riuscirebbero ad attingere alla fonte d'acqua e micronutrienti contenuti nelle vescicole di cui abbiamo parlato nel paragrafo precedente.
Per questo, riuscirebbe a gestire molto meglio lo stress e ad avere una durata assai maggiore.
In questo caso, anche la gestione dell'acqua di una pianta micorrizzata può essere calcolata e ottimizzata a seconda delle necessità.

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Come e quando utilizzare le micorrize?

Per chi ha avuto problemi di batteriosi nell'anno precedente, oppure semplicemente per chi vuole prestazioni migliori della pianta, fondamentale è inserire nel piano agronomico l'utilizzo delle micorrize Micosat.

L'azione delle micorrize è molteplice:

  •  Difesa dell'apparato radicale da funghi (es. Armillaria, Fitoftora e Verticillosi) e da batteriosi (Pseudomonas, Xanthomonas, PSA)
  •  Mediante la simbiosi che si viene a creare tra radici e micorrize, la pianta beneficia di un più rapido e facile utilizzo dei nutrienti presenti già nel terreno e in particolare del fosforo elemento poco mobile.
  • Ampliamento dell'apparato radicale.

Per sfruttare al massimo questi prodotti, può essere una buona idea quella di intervenire prima con Bioplant alla dose di 10 lt/Ha, per portare il terreno in una condizione di vuoto biologico, da occupare poi mediante l'applicazione di Micosat F Mo e quindi con funghi e batteri benefici

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